Religione in Nuova Zelanda

Prima chiesa di Otago (presbiteriana) a Dunedin .

La religione in Nuova Zelanda comprende una vasta gamma di gruppi e credenze. Il cristianesimo è la religione più comune con quasi la metà (48%) della popolazione secondo chi, nei dati del censimento della Nuova Zelanda del 2013, dichiara un'affiliazione.[1] Circa il 6% della popolazione è affiliata a religioni non cristiane, con l'induismo che al primo posto con oltre il 2%, mentre il 42% dei neozelandesi ha dichiarato di non avere religione nel censimento più recente e il 4% non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

Prima della colonizzazione europea la religione della popolazione indigena Maori era animistica. Il primo servizio cristiano fu condotto da un sacerdote francese, Paul-Antoine Léonard de Villefeix, il giorno di Natale del 1769.[2] I successivi sforzi di missionari come Samuel Marsden portarono la maggior parte dei Maori a convertirsi al cristianesimo. La maggior parte dei migranti europei del XIX secolo proveniva dalle isole britanniche, stabilendo le tre denominazioni britanniche dominanti in Nuova Zelanda: anglicanesimo, cattolicesimo e presbiterianesimo. La tendenza dei migranti scozzesi a stabilirsi ad Otago e nella Southland vide il presbiterismo predominare in queste regioni mentre l'anglicanesimo predominava altrove; l'effetto di questa suddivisione è ancora oggi presente e si riflette nelle statistiche sull'affiliazione religiosa. Mentre il 47,5% dei neozelandesi è affiliato al cristianesimo, la frequenza regolare alle attività della chiesa si attesta al 15%.[3]

Il numero di persone affiliate al cristianesimo è diminuito dagli anni '90 mentre sono aumentati coloro che affermano di non avere un'affiliazione religiosa. Con l'aumento dell'immigrazione, in particolare proveniente dall'Asia, il numero di persone affiliate a religioni non cristiane è aumentato notevolmente.

La Nuova Zelanda non ha una religione di stato, anche se l'anglicanesimo è la religione del sovrano della Nuova Zelanda (designato come "difensore della fede"). La libertà religiosa è stata protetta dalla firma del Trattato di Waitangi.[4]

  1. ^ 2013 Census QuickStats about culture and identity – Religious affiliation, su stats.govt.nz, Stats NZ – stats.govt.nz, 15 aprile 2014. URL consultato il 24 agosto 2017.
  2. ^ King, Michael. The Penguin History of New Zealand. Auckland: Penguin, 2003.
  3. ^ Stephen Opie, Bible Engagement in New Zealand: Survey of Attitudes and Behaviour (PDF), Bible Society of New Zealand, giugno 2008, p. 4. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2010).
  4. ^ Religious Diversity in New Zealand - Statement on Religious Diversity (PDF), su hrc.co.nz, New Zealand Human Rights Commission and Victoria University. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2014).

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